Centinaia di miliardi di capitalizzazione persi nel comparto delle criptovalute in questo 2018. Per alcuni è soltanto una “bolla”, per altri una fase transitoria che farà da trampolino verso nuovi record. Al momento tutte le valute digitali sono in “rosso”.
Criptovalute quotazioni in calo
Circa 600 miliardi di capitalizzazione sono andati persi nel settore delle cripto in questo 2018. Il Bitcoin, la moneta digitale più famosa, da un prezzo di quasi 20mila dollari del dicembre 2017, è crollato ai 6200 dollari di oggi, un livello più volte toccato negli ultimi mesi.
Dopo aver superato i 9mila dollari lo scorso fine aprile, le quotazioni nel periodo sono rimaste sempre comprese nel range 6mila-8mila dollari. Il bitcoin in 9 mesi ha perso quasi il 70% dai valori massimi di dicembre 2017. Meglio però non è andata alle altre valute digitali.
Il crollo è stato ancora più marcato per la seconda moneta per capitalizzazione, l’Ethereum. A gennaio veniva scambiato a 1350 dollari, oggi vale meno di 200 dollari.
Male anche il Ripple. Il primo gennaio 2018 si poteva acquistare a 2,78 dollari, oggi vale 0,27 dollari, con un crollo di oltre il 90 per cento. Stesso discorso per le altre valute digitali, come il Litecoin passato dai 278 dollari di inizio anno ai poco più di 50 dollari attuali sui mercati. Le previsioni degli analisti sui prezzi delle cripto sono comunque discordanti, anche se al momento a prevalere sembra essere il partito dei pessimisti.
Con riferimento al bitcoin, diversi gli esperti che sostengono che l’abbattimento della soglia di 5.800 dollari potrebbe tracciare la strada verso ulteriori ribassi, anche se in realtà rappresenta un livello già toccato più volte nel corso dell’anno. Una fase ritenuta dagli esperti a rischio di altissima volatilità.
Bitcoin e cripto, stime positive
Non tutti sono d’accordo sulle previsioni ribassiste ma vi è anche la schiera degli ottimisti. L’investitore Tim Draper è uno di questi, secondo cui la capitalizzazione di mercato nel giro di 15 anni schizzerà a quota 80.000 miliardi di dollari.
Il magnate della finanza ha dichiarato che il crollo dei prezzi degli ultimi mesi è dovuto alla mancanza di “confidenza” della maggior parte degli utenti con questa nuova tecnologia, paragonando la situazione attuale all’avvento iniziale di Internet, la cui diffusione su larga scala è avvenuta dopo un iniziale boom seguito da una successiva fase di crisi, proprio come per il bitcoin e le cripto.