Secondo quanto evidenziato da alcune previsioni, gli hedge funds potrebbero significativamente aumentare la loro esposizione rispetto alle criptovalute.
In particolare l’impegno dei fondi in questo settore si aggirerebbe intorno a 312 miliardi di dollari in valute digitali, ovvero circa il 7% dell’attività totale. E queste cifre, almeno da quanto evidenziato nel sondaggio, dovrebbero aumentare nei prossimi 5 anni.
Di conseguenza, se entro il 2026 la fiducia verso le criptovalute non dovesse crollare, non solo i fondi Hedge raggiungerebbero il traguardo, ma si profilerebbe un importante sostenitore delle attività digitali. Aspetto più che mai importante dopo i recenti cali di prezzo e i piani per nuove regole relative al settore delle criptovalute.
Vediamo quindi di analizzare i risultati del sondaggio eseguito sugli Hedge Fund e le potenziali conseguenze per il mercato crittografico.
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Indice
Il sondaggio sugli Hedge Fund
Vediamo di analizzare in dettaglio cosa comprende il sondaggio sulle future esposizione degli Hedge Fund.
In particolare possiamo dire che sono stati interpellati circa 100 responsabili finanziari di questi fondi a livello globale, direttamente dall’amministratore di fondi Intertrust. Secondo quanto emerge dai risultati, sembra che i dirigenti si aspettano di detenere una media del 7,2% delle loro attività in criptovalute, entro il limite di cinque anni.
Si tratta di prospettive piuttosto rosee per il settore delle criptovalute. Tuttavia, se questo schema fosse replicato in tutto quanto il settore, il valore degli investimenti lieviterebbe di molto. In particolare potrebbe equivalere ad un totale di circa 312 miliardi di dollari, tutti di attività in criptovalute.
Almeno secondo quanto stabilito delle previsioni del gruppo Preqin, per la dimensione totale del settore degli hedge fund. In ogni caso il 17% degli intervistati ha affermato che si aspetta di avere più del 10% in attività e investimenti criptovalutari e questo corrisponderebbe ad un grande aumento dell’appetito tra gli hedge fund.
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La situazione attuale
Tuttavia la situazione attuale, soprattutto per quello che riguarda le partecipazioni del settore delle criptovalute, non sono molto chiare. Infatti sembra che alcuni grandi nomi abbiamo già impegnato piccole quantità di asset crittografici, sembra attirati dall’improvvisa impennata dei prezzi di alcune valute digitali.
Tuttavia, a mobilitare in questo senso le operazioni, sono state anche le recenti inefficienze dello stesso mercato criptovalutario. Per fare alcuni esempi potremmo citare la Man Group, che commercia in futures di bitcoin nella sua unità AHL guidata da computer. A questa possiamo anche aggiungere Renaissance Technologies, società che l’anno scorso ha affermato più volte che il suo fondo di punta, ovvero Medallion, potrebbe focalizzare i suoi investimenti sui futures di Bitcoin e criptovalute.
Anche altri gestori di fondi, come Paul Tudor Jones e Braven Howard, hanno investito in questo particolare asset. Nello specifico Jones ha investito su Bitcoin, mentre Howard, insieme al socio d’affari, ha spostato una piccola parte dei fondi in diverse criptovalute.
Da notare il grande interesse per Bitcoin, che si è rivelato il più grande contributore ai guadagni di quest’anno alle società di fondi, in particolare alla statunitense SkyBridge Capital. I crescenti acquisti nella criptovaluta hanno infatti contribuito a rafforzare il fondo, anche se sono stati tagliati poco prima che il prezzo del token crollasse.
Ecco la quotazione attuale di Bitcoin:
La diffidenza dei gestori
Nonostante la grande fiducia e l’alto interesse dimostrato dalla maggioranza dei gestori di Hedge fund verso le criptovalute, alcuni investitori si dicono ancora piuttosto diffidenti.
Per fare un esempio fondi quali Elliott Management, gestito da Paul Singer, ha recentemente dichiarato ai propri investitori in una lettera al Financial Times, all’inizio di quest’anno, che le criptovalute potrebbero diventare “la più grande truffa finanziaria della storia”.
Certo, come tutti sappiamo le criptovalute hanno vissuto un’impennata vertiginosa, per poi subire una grossa caduta, ma si tratti di oscillazioni del tutto normali per questo asset. In ogni caso Bitcoin è salito da meno di 29.000 dollari alla fine dello scorso anno a più di 63.000 dollari in aprile, ma da allora è sceso di nuovo a poco più di 40.000 dollari.
Mentre la futura regolamentazione delle criptovalute rimane poco chiara, la settimana scorsa il Comitato di Basilea sulla supervisione bancaria ha detto che dovrebbero avere le regole di capitale bancario più severe di qualsiasi attività.
Il sondaggio di Intertrust, i cui intervistati includono CFO a livello globale di fondi che in media gestiscono 7,2 miliardi di dollari in attività, ha anche mostrato che tutti i dirigenti intervistati in Nord America, Europa e Regno Unito si aspettano di avere almeno l’1 per cento del loro portafoglio in cripto.
I fondi nordamericani si aspettano di avere un’esposizione del 10,6 per cento in media, mentre quelli nel Regno Unito e in Europa si aspettano il 6,8 per cento in media.
Vi aggiorneremo sulla situazione degli Hedge Fund. Nel frattempo se volete investire in criptovalute con piattaforme sicure vi consigliamo OBRinvest, un broker regolamentato con cui negoziare sulle principali criptovalute.
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